PRESENZA DI DIO
O Gesù, fammi comprendere come la mia anima si trova sotto il potente, santificante influsso della tua Umanità.
MEDITAZIONE
1
«Usciva da lui una forza che guariva tutti» (Lc.6,19) dice il Vangelo parlando di Gesù e degli strepitosi miracoli che Egli compiva. Al tocco della sua mano i ciechi vedevano, i sordi udivano, i muti riacquistavano la parola; era tanto grande la potenza che emanava da Lui, che alla povera emorroissa bastò toccare il lembo della sua veste per sentirsi all’istante guarita. E con la stessa facilità con cui sanava i corpi, Egli purificava e santificava le anime rimettendo i peccati. «Che cosa è più facile il dire: “Ti sono perdonati i tuoi peccati” oppure il dire: “Àlzati e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati, dico a te – disse al paralitico – àlzati, prendi il tuo lettuccio e torna a casa tua.» (Lc. 5,23;24).
Il rimettere i peccati è solo di Dio. Se dunque Gesù dice di sé, visibilmente uomo, che ha la potestà di rimettere i peccati, afferma di essere Dio e che la divinità opera nella sua Umanità. La sua SS.ma Umanità, piena di grazia e di forza, è appunto lo strumento di cui la sua Divinità si serve per spargere attorno a sé ogni grazia ed ogni vita.
Come un giorno nelle contrade della Palestina, così oggi che è gloriosa nel cielo, la SS.ma Umanità di Gesù continua ad emanare la stessa potenza e la stessa forza; e questa potenza investe le anime nostre, influisce interiormente in esse, le purifica, le trasforma, le santifica. «L’influsso interiore da cui proviene la grazia alle anime nostre appartiene … a Cristo, la cui Umanità, appunto perché congiunta alla Divinità, ha la virtù di giustificare» (S. Tommaso, III°, q. 8, a. 6, co.).
2
Nell’opera redentrice, santificatrice di Gesù, distinguiamo due fasi.
La prima, dolorosa, che Egli ha vissuto qui sulla terra e che è terminata con la sua morte in croce, mediante la quale ha meritato per noi la grazia. La seconda, gloriosa, iniziatasi con la sua risurrezione e che perdura tuttora, poiché Gesù stesso continua a distribuire alle anime nostre quella grazia che ci ha meritato sul Calvario. «A ciascuno di noi, tuttavia, è stata data la grazia secondo la misura del dono di Cristo.» (Ef. 4,7).
È Gesù che, giorno per giorno, applica ad ognuno di noi la grazia, che la fa crescere e sviluppare in noi: viviamo continuamente sotto il suo influsso. «Come il capo comanda alle membra – dice il Concilio di Trento – come la vite penetra col suo succo tutti i tralci, così Gesù Cristo esercita il suo influsso su tutti i giusti e ad ogni istante. E quest’influsso precede, accompagna e corona le loro opere buone e le rende gradite a Dio e meritorie davanti a lui» (Sess. VI, can. 16).
Gesù, «è sempre vivo per intercedere a loro favore» (Ebr. 7,25); vivo nel SS.mo Sacramento dell’altare, vivo nel cielo, ove siede glorioso alla destra del Padre suo mostrandogli le stimmate rosseggianti della sua Passione, non solo intercede continuamente per noi, «ma ancora Egli stesso sceglie, determina e distribuisce a ciascuno le grazie secondo la misura del suo dono» (Myst. Corp.).
Egli è dunque, non solo nel senso più pieno, ma anche nel senso più attuale, la fonte di tutta la nostra vita. «Cristo è la nostra vita» (cfr. Col. 3,4) esclama San Paolo, perché, come spiega S. Tommaso, «Egli è il motore della nostra vita».
COLLOQUIO
Quanto amo, o Signore, la tua SS.ma Umanità!
O Verbo eterno, non ti sei forse fatto uomo proprio per farti a noi più vicino, per incoraggiarci a venire a te senza timore, per condurci al Padre tuo? Come potrò dunque, o Gesù, volontariamente lasciarti o dimenticarti, anche solo per poco?
«O Signore dell’anima mia, mio Bene, mio dolce Gesù Crocifisso, non è forse da te che mi sono venuti tutti i beni? Tutto si può sopportare con te, Amico così buono, così valente Capitano che entrasti per primo nei patimenti. Tu aiuti ed incoraggi, non vieni mai meno, sei un amico fedele. Ho sempre riconosciuto e tuttora riconosco che non possiamo piacere a Dio, né Dio suole accordarci le sue grazie se non pel tramite della tua Umanità sacratissima, o Cristo, poiché in te il Padre, come un giorno ha detto, trova le sue compiacenze. Beata l’anima che ti ama per davvero e ti ha sempre con sé! Dacché sono con te, ho trovato ogni sorta di beni»
(cfr. Teresa di Gesù V. 22, 3-7).
O Gesù, mio dolcissimo Redentore, se non ho potuto seguirti per le vie della Palestina, se non posso vederti nel cielo ove siedi glorioso alla destra del Padre tuo, sempre occupato a intercedere per me, posso però, ogni volta che lo desidero, trovarti vivo e palpitante nel SS.mo Sacramento dell’altare.
Quale immenso dono mi hai fatto lasciandomi nell’Eucaristia la tua SS.ma Umanità!
È vero, come Dio posso trovarti dovunque, ma quale Uomo, quale mio Redentore, ti trovo nell’Ostia consacrata.
Sì, la mia povera natura ha bisogno di trovarti anche così, nell’integrità della tua Persona di Uomo-Dio. Ha bisogno di accostarsi a Te e di possederti non solo spiritualmente, ma anche come realtà fisica. Penso soprattutto a quei preziosi momenti in cui, ricevendoti Sacramentato, la tua SS.ma Umanità si trova a contatto fisico, diretto con l’anima mia. Allora io non tocco solo il lembo della tua veste, come la povera emorroissa, ma la mia umanità tocca la tua Umanità, e non, solo la tocca, ma se ne nutre, perché Tu vieni a me come cibo.
O Gesù, se l’influsso della tua Umanità era così potente da sanare e giustificare tutti coloro che si accostavano a Te, che cosa non potrai operare nell’anima mia in quegli istanti di contatto così intimo e profondo?
O Gesù, rimetti i miei peccati, sana, purifica, santifica l’anima mia; concedimi Tu quelle disposizioni di umiltà profonda, di fede viva, di amore ardente che mi rendano capace di ricevere la pienezza del tuo influsso divino.